Sto cominciando a ritrovarmi fisicamente, le uscite si sono succedute con costanti miglioramenti, ho ritrovato il “4” davanti (min/km) nel ritmo medio, ho contenuto qualche scricchiolio dell’hardware che fatica a sottomettersi, ma ci siamo.
I lavori su asfalto mi stanno riportando ad un gesto più fluido e meno dispendioso, ora mi manca la salita, che come dico spesso “non si inventa”.
Credo che per correre bene in montagna occorrano 3 condizioni indispensabili:
- bassi consumi (basso ritmo cardiaco, basso utilizzo di zuccheri che si raggiungono solo con la frequenza e con i km macinati)
- gesto corretto (elasticità, equilibrio, minimalizzazione e ottimizzazione dei movimenti)
- potenziamento (cioè salita, salita, salita, saio, penitenza, flagellazione)
La quarta caratteristica per correre in montagna è “la testa” (intesa come volontà, tenacia, tenuta psicologica) è una caratteristica facoltativa ma sommata alle altre tre può fare la differenza tra uno che corre e uno che fa sul serio.
Io faccio con quel che ho, ma capire quali sono gli ingredienti necessari è già qualcosa.
Questo momento di recupero mi ha già portato a 2 iscrizioni importanti:
La mia 2a Abbots Way - pettorale 381 in Twin con MaxPank
La mia 4a Cortina-Dobbiaco - pettorale 705
di cui parlerò in altri post.
La Abbots sta veramente a tiro e tutto quel che servirebbe per arrivarci "arrembante" non si potrà preparare, così proseguirò con un fritto misto di Bitume e giri in collina più a sentimento o per meglio dire a C+++o di cane.
Ci starebbe bene un bel lungo sopra i 30km in fuoristrada, ma continuerò con questa tecnica delle uscite brevi e frequenti (domani 5a uscita giornaliera consecutiva) per convincere le mie gambette a "girare" tutti i giorni..............
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